L’entrata in vigore del DMA il 6 marzo 2024 e la conseguente implementazione di consent mode v2 da parte di Google Ads, sta portando un pò di scompiglio nel mondo dell’advertising.

Se non sai cosa sia consent mode v2 oppure vuoi rinfrescarti la memoria, ti rimando a questo articolo che ho pubblicato qualche settimana fa.

Ma che cosa sta succedendo esattamente?

L’installazione di consent mode v2 sta portando una serie di effetti collaterali (indesiderati) sui dati relativi al traffico nei siti web.

In particolare, la maggior parte degli inserzionisti ha notato i seguenti problemi:

  • calo delle conversioni sia tracciate che reali
  • calo delle visite al sito su Google Analytics 4
  • delay di 5 giorni circa nel popolamento dei pubblici di remarketing

Occupandomi verticalmente di Google Ads, il primo problema è quello che più mi interessa in quanto va ad influire direttamente sul rendimento delle campagne.

Mi spiego meglio.

Se l’account traccia meno conversioni, significa che avrà minori dati da utilizzare per ottimizzare le campagne e di conseguenza anche le conversioni effettivamente ricevute diminuiranno.

Questo è ciò che sto riscontrando anch’ io negli account che gestisco. 

Perchè una parte di dati viene persa?

Come spiegato nel mio precedente articolo il problema viene dal fatto che una parte degli utenti non può essere tracciato direttamente, in quanto rientra in una delle seguenti casistiche:

  •  rifiuta il tracciamento dal banner dei cookie
  •  utilizza Adblock o altri sistemi di blocco a livello di browser
  • utilizza particolari sistemi operativi che hanno delle limitazioni

Come si risolve la situazione?

In questi casi la consent mode v2 (in modalità avanzata) ci viene in aiuto “modellando” i dati che non può tracciare direttamente e aggiungendoli ai report.

Esempio:

  • 100 utenti visitano il mio sito
  • 25 di questi 100 rifiutano i cookies
  • 15 di questi 25 vengono “modellati” da Google, che li aggiunge ai miei report.

Ecco che, anzichè tracciare solo 75 utenti, ne traccio 90 e quindi ottengo dei dati migliori.

N.B.: questo però non avviene subito.

Secondo il team tecnico di Google (con cui ho fatto varie consulenze nell’ultimo mese e mezzo) servono almeno 4 settimane all’algoritmo per poter acquisire abbastanza dati ed eseguire la modellazione.

Naturalmente, maggiore è il numero di dati che un account acquisisce, migliore sarà la modellazione e questo sicuramente è un vantaggio per account con budget medio-alti.

E che succede agli account con budget bassi?

Stando ai consulenti interni di Google la modellazione funziona anche su questi, ma semplicemente richiederà più tempo per acquisire i dati necessari.

Che cosa succederà se non si implementa Consent Mode v2?

Ancora una volta, si avranno dati sempre più imprecisi e parziali e questo impatterà negativamente sulle campagne.

Ma non solo.

Uno dei cambiamenti più importanti che il DMA ha introdotto, è che ora sono le aziende denominate “gatekeeper” (tra cui Alphabet”) ad avere la responsabilità dei dati trattati in misura maggiore rispetto ai proprietari dei siti web.

Questo significa che i gatekeeper verosimilmente adotteranno misure per tutelarsi e potrebbero, nella peggiore delle ipotesi, decidere di sospendere gli account che non si adeguino.

Conclusioni

Quindi che fare? Innanzitutto rimanere calmi, prendendo consapevolezza che ci troviamo in una fase di transizione e che i nostri concorrenti si trovano nella medesima situazione.

Dopodichè si consiglia di:

1. Assicurarsi di aver implementato correttamente la consent mode v2 in modalità avanzata. Per sincerarsene è possibile prenotare un appuntamento col team tecnico di Google

2. Attivare correttamente le conversioni avanzate in Google Ads e Google Tag Manager

3. Attendere i risultati della modellazione. Qui ci si può fare poco, bisogna dare il tempo alla macchina di acquisire ed elaborare i dati.

Ad un certo punto, nella sezione diagnostica delle singole conversioni dovrebbe comparire un messaggio di questo tipo, che indica la % delle conversioni recuperate grazie a consent mode v2 (vedi immagine).

Per ora è tutto, alla prossima!

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